Pagina:Zibaldone di pensieri IV.djvu/332

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320 pensieri (2586-2587-2588)

de’ vari ingegni. Ma questo nasce che tutti in un modo o nell’altro esercitano la mano e quindi le danno e procurano una certa abilità  (2587) e assuefabilità generale: non cosí l’ingegno. Ed è molto maggiore, generalmente parlando, il divario che passa fra l’esercizio de’ diversi ingegni, che fra l’esercizio della mano de’ diversi individui. Divario che non è naturale e non ha che far colle disposizioni native di tali organi (28 luglio, domenica, 1822).


*   È frequentissimo e amplissimo nell’italiano o nello spagnuolo l’uso della voce termine nel suo plurale massimamente, la quale piglia diversi significati, secondo ch’ell’é applicata (questi per lo piú importano condizione, stato, essere, sustantivo o cosa simile). Vedi la Crusca. Non cosí nel latino scritto, dov’essa voce non ha che la forza di confine o limite ec. Pur vedi presso il Forcellini nell’ultimo esempio di questa voce, ch’é di Plauto, una frase tutta italiana e spagnuola, la qual può dimostrare che detta voce nel volgare latino avesse o tutti o in parte quegli usi appunto ch’ell’ha nelle dette lingue. Vedi Du Cange, s’ha nulla. Vedi anche l’Alberti, Dizionario francese, Terme in fine (29 luglio 1822).  (2588)


*   A un giovane il quale, essendo innamorato degli studi, diceva che della maniera di vivere e della scienza pratica degli uomini se n’imparano cento carte il giorno, rispose N. N.: Ma il libro (ma gli è un libro) è da quindici o venti milioni di carte (30 luglio 1822).


*   Da coquere diciamo cocere (che per piú gentilezza e per proprietà italiana si scrive cuocere) mutato il qu radicale in c parimente radicale. Che questa lettera fosse radicale anche ab antico si può raccogliere dalla voce praecox (cioè praecocs) praecocis, la quale (spogliata della preposizione prae) forse contiene la