Pagina:Zibaldone di pensieri V.djvu/363

Da Wikisource.
356 pensieri (3385-3386)

sofica, non si misura a palmi, come ciò che si richiede a esser medico o geometra. Quindi nasce che quello ch’é piú raro tra gli uomini tutti si credano possederlo. E quindi è che le due piú nobili, piú difficili e piú rare, anzi straordinarie, facoltà, la poesia e la filosofia, tutti credano possederle, o poterle acquistare a lor voglia. Oltre che il genio non può essere né giudicato, né sentito, né conosciuto, né aperçu che dal genio. Del quale mancando quasi tutti, nol sentono né se n’avveggono quand’ei lo trovano. E il gustare, e potere anche mediocremente estimare il valor delle opere di poesia e di filosofia, non è che de’ veri poeti e de’ veri filosofi, a differenza delle opere dell’altre facoltà ec.  (3386)

E qui si consideri il divario fra gli antichi e i moderni tempi. Ché fra gli antichi i filosofi, e massime i poeti, avevano senza contrasto il primo luogo, se non nella fortuna (molti filosofi l’ebbero ancora nella fortuna, come Pitagora, Empedocle, Archita, Solone, Licurgo ed altri de’ piú antichi, che furono padroni delle rispettive repubbliche), certo nella estimazion pubblica, non solo dopo morte, ma durante la loro vita. E pure molti piú erano allora che oggidí quelli che potevano esser poeti, perché l’immaginazione era signora degli uomini; e la debole filosofia di que’ tempi non distingueva gran fatto i filosofi da’ volgari, né molto si richiedeva per giungere alle loro cognizioni e per salire alla loro altezza. - ec. ec. (8 settembre, Natalizio di Maria Vergine Santissima, 1823).


*    Alla p. 3205. Un suono dolce o penetrante, indipendentemente dall’armonia o melodia che può sembrare aver rapporto alle idee, gli odori, il tabacco ec. influiscono sull’immaginazione massimamente, e v’influiscono in modo al tutto fisico, cioè senz’alcun rapporto per se stessi alle idee. Laddove quegli oggetti