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(4236-4237) | pensieri | 171 |
rici, nei componimenti al tutto lirici, detti θρῆνοι, quali furon quelli di Simonide, assai celebrato in tal maniera di componimenti, e quelli di Pindaro: forse anche μονῳδίαι, come quelle che di Saffo ricorda Suida. Il satirico è in parte lirico, se passionato, come l’archilocheo; in parte comico. Il didascalico, per quel che ha di vera poesia, è lirico o epico; dove è semplicemente precettivo, non ha di poesia che il linguaggio, il modo e i gesti per dir cosí ec. (Recanati, 15 dicembre 1826).
* Alla p. 3177. Noterò qui, come cosa solamente poco nota oggidí, e curiosa da sapersi, che lo stesso argomento della Gerusalemme, nello stesso tempo del Tasso, fu trattato in un poema latino di dodici libri, intitolato la Siriade, da un altro italiano, cioè da Pietro Angelio o degli Angeli, da Barga (Castello di Toscana, 20 miglia lontano da Lucca), nato del 1517 e morto del 1596 a’ 29 febbraio (non un intero anno dopo il Tasso, morto a’ 25 Aprile 1595), versificatore e prosatore italiano e latino, certo non indotto, e a’ suoi tempi, ed anche appresso, molto stimato, il quale aveva viaggiato in Levante, per la Grecia e per l’Asia. Andato a Costantinopoli in compagnia d’uno inviato del Re di Francia, ed aveva per zelo ed onore della nazione italiana ucciso un francese che parlavane con disprezzo, onde incorse poi in gravi pericoli. Vedi Tiraboschi, secolo XVI, libro III, capo 4, § 50, e Dati, prefazione alle prose fiorentine nella Raccolta di prose a uso delle regie scuole di Torino, Torino, 1753, p. 633. Non saprei dire qual de’ due, il Tasso o l’Angelio, fosse primo a concepire questo bell’argomento, o se l’uno senza saputa dell’altro. Ciò solo interesserebbe in questo particolare (19 dicembre 1826). Vedi l’orazione in lode dell’Angelio, recitata (4237) da Francesco Sanleolini fiorentino, nell’Accademia della Crusca l’anno 1597. Prose fiorentine, parte I, vol. 1, oraz.7,