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Pagina:Zibaldone di pensieri VII.djvu/356

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(4412-4413) pensieri 347



*    Alla p. 4407. Il vero titolo è: Nomadische Streifereien unter den Kalmüken: (cioè Promenades nomades chez les Kalmuks); Riga, 1804, 4 vol. in 8°; opera tradotta da M. Moris in francese: Voyage de Benjamin Bergmann chez les Kalmuks (fatto nel 1802 e 1803); Châtillon-sur-Seine, 1825; 1 vol. in 8° (esso non comprende i due ultimi volumi dell’opera tedesca, che contengono delle traduzioni dal mongolico ec.) (Journal des Savans, 1825, p. 363 segg.; juin).


*    Utilità della pazienza ec. Una faccenda noiosa o penosa, un viaggio ec., quando è sulla fine, riesce piú molesto che mai, le ultime miglia paiono le piú lunghe ec., non già perché l’uomo allora è piú stanco, ma perché l’impazienza si accresce per quella smania di arrivare, che nasce dal vedere il termine da vicino (17 ottobre 1828, Firenze).


*    Alla p. 4388. Questo esempio potrebbe far credere vero che i diascheuasti omerici fossero di poco posteriori a Pisistrato, del che a p. 4355 (17 ottobre 1828).


*    Alla p. 4359. L’epica, non solo per origine, ma totalmente, in quanto essa può esser conforme alla natura, e vera poesia, cioè consistente in  (4413) brevi canti, come gli omerici, ossianici ec., ed in inni ec., rientra nella lirica. Vedi p. 4461.


*    Alla p. 4372. Infatti la lingua italiana tra le moderne è considerata per aver la piú antica letteratura, perché ha i piú antichi libri veramente letterarii, e che abbiano esercitata ed esercitino ancora un’influenza perpetua sulla lingua e letteratura nazionale; mentre quanto all’antichità semplicemente di scrittura, cioè di versi e prose scritte in lingua volgare (anche lunghi poemi, lunghe cronache ec.), la lingua italiana cede di gran lunga alla francese e