Pagina:Zibaldone di pensieri VII.djvu/424

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(4481-4482) pensieri 415

vato da altri (non solo uomo, anche animale), massime non partecipandone, senza sperimentare un irresistibile senso di pena, di rabbia, di disgusto, di stomaco? - piaceri sí morali, sí fisici. - piaceri venerei, insoffribili a vedere in altri, sí uomini, sí anche animali: insoffribili anche agli animali, sí in quei della propria specie, sí in altri. - Perché sí spiacevole in natura la vista del piacer d’altri? - Il Casa nel Galateo prescrive che non si mangi o beva in compagnia o presenza altrui con dimostrazione di troppo gran piacere: Cleobulo apresso Laerzio, notato da me altrove, che non si faccia carezze alla moglie in presenza d’altri. Vedi pagina seguente. - In fatto di donne generalmente, in fatto di galanteria, la cosa è notissima; insoffribile non solo la vista, ma i discorsi, i vanti, di fortune altrui. Il y a toujours dans les succès d’un homme auprès d’une femme quelque chose qui déplaît, même aux meilleurs  (4482) amis de cet homme. Corinne, liv. 10, ch. 6, t. II, p. 161, 5me édition, Paris, 1812. - Può servire anco al Galateo morale - e al Trattato de’ sentimenti umani (3 aprile 1829) - e al pensiero sulla monofagia, massime in proposito de’ servitori ec.


*    Alla p. precedente (Vedi Orelli, Opusc. graec. moral. t. I, p. 138, e le note) e ciò è anche oggi di creanza universale, e quasi naturale (3 aprile 1829).


*    Dal pensiero precedente apparisce (e l’esperienza lo prova) che vera amicizia difficilmente può essere o durare tra giovani, malgrado il candore, l’entusiasmo ec. proprio dell’età. E ve ne sono anche altre ragioni. Piú facile assai l’amicizia tra un giovane e un vecchio o un provetto. - L’odio verso i simili, che, essendo di ogni vivente verso ogni vivente, è maggiore verso quei della specie, ancor nella specie stessa è tanto maggiore, quanto un ti è piú simile. - Hanno