Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1037

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[p. 357 modifica] e il latino volgare antico. Cosí che la lingua italiana, invece di essere la piú moderna di tutte le viventi europee, come pretendono (Andrés, II, 256 e passim), si verrebbe a conoscere o la piú antica o delle piú antiche, perdendosi l’origine di essa e del suo uso (non mai nel séguito interrotto, sebbene alterato) nella oscurità delle origini dell’antichissimo e primo latino. A differenza dello spagnuolo e del francese, perché in queste nazioni l’uso del volgare latino fu certo molti e molti secoli piú tardo che in Italia (12 maggio 1821).


*    Basta vedere il principio dell’orazione Ἐπιτάφιος attribuita a Demostene, dove discorre della nobiltà del popolo ateniese, per conoscere come fosse fermo [p. 358 modifica]fra gli antichi il dogma della disuguaglianza delle nazioni e come si aiutassero delle favole, delle tradizioni ec. per persuadersi e tener come cosa non arbitraria, ma ragionata e fondata, che la propria nazione fosse di genere e di natura e quindi di diritti ec. ec. diversa dalle altre. Persuasione utilissima e necessaria, come altrove ho dimostrato (12 maggio 1821).


*    Una lingua non si forma né stabilisce mai, se non applicandola alla letteratura. Questo è chiaro dall’esempio di tutte. Nessuna lingua non applicata alla letteratura è stata mai formata né stabilita,