Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/119

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[p. 229 modifica] distrazione o per altro e infrangerla senza leder la coscienza, come s’io mangio carne non ricordandomi che sia giorno di magro, o anche ricordandomene, ma per distrazione, laddove la legge naturale non ammette distrazione, e non può accadere che uno la infranga non credendo, perch’ella ci sta sempre nel cuore come un istinto che ci avverte continuamente e il quale non è soggetto a dimenticanze.


*   La naturalezza dello scrivere è così comandata, che posto il caso che per conservarla bisognasse mancare alla chiarezza, io considero che questa è come di legge civile e quella come di legge naturale, la qual [p. 230 modifica]legge non esclude caso nessuno, e va osservata quando anche ne debba soffrire la società o l’individuo, come non è straordinario che accada.


*   È osservabile come i francesi, mentre sono la nazione piú moderna del mondo per costumi ec., abbiano tuttavia quella disposizione antica che ora tutte le nazioni civili hanno abbandonata, voglio dire il disprezzo e quasi odio degli stranieri; il quale non può tornar loro a nessuna lode, perché contrasta assurdamente coll’eccessivo moderno di tutte le altre loro opinioni, costumi ec. Ed è tanto piú ridicola, quanto nei greci finalmente era ragionevole, perché non avendo conosciuto i romani se non tardissimo, (vedi Montesquieu Grandeur ec., ch. 5, p. 48, e la nota) non c’era effettivamente altra nazione che gli uguagliasse di grandissima lunga. E quanto ai Romani è noto che non ostante il loro sommo amor patrio, furono sempre imparzialissimi