Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1199

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[p. 479 modifica] la facoltà comparativa; ed aggiungerei che io mi ricordo di aver da fanciullo giudicato belli alcuni vecchi e piú belli ancora di altre persone ch’erano giovani. E ciò per le ragioni dette p. 1191, fine-1193.

2°, Ma la vera e piena risposta è che questo non appartiene alla sfera della bellezza.

Il metafisico non deve lasciarsi imporre dai nomi, ma distinguere le diverse cose che si denotano sotto uno stesso nome. Vedi in tal proposito p. 1234-36 e specialmente p. 1237. Un colore isolato e vivo, che piace, si chiama bello e non è. Un suono isolato che diletta, senza gradazioni né armonia, non appartiene al bello. Bellezza non è altro che armonia e convenienza. Bruttezza è sproporzione e sconvenienza. Queste sono proposizioni non contrastate da nessun filosofo, per poco che abbia osservato. Quali cose si convengano o disconvengano insieme, si crede che la natura dell’uomo l’insegni e che dipenda dall’ordine primordiale e necessario delle cose, e questo io lo nego. La quistione è qui. Dove non entra armonia né convenienza, la quistione non entra. Una cosa che piace senza armonia né convenienza appartiene alla sfera di altri piaceri. Quel colore vivo ci diletta, perché i nostri organi son cosí fatti, che quella sensazione li solletichi gradevolmente.