Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1211

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[p. 4 modifica] scoprire e discernere in detta armonia quello che i nazionali ci scuoprono.

È impossibile al nazionale, avvezzo e formato l’orecchio all’armonia de’ suoi metri, per quanto sia chiamata barbara, dura, dissonante ec. dagli stranieri, il non sentirla meglio e il non trovarla piú dilettevole di qualunque altra armonia forestiera, ancorché giudicata bellissima ec.; fuorché formando (che è difficilissimo e forse non accade mai) un’assuefazione nuova che vinca la passata.

Chi di noi sente l’armonia de’ versi orientali o delle strofe loro? Non parlo de’ versi tedeschi o inglesi o della prosa tedesca misurata ec., in ordine agl’italiani. I quali molto piú presto e facilmente riconoscono un’armonia ne’ versi francesi, perché lingua ed armonia piú affine alla loro.

Si pretende, ed è probabilissimo, che parecchi [p. 5 modifica]libri scritturali sieno metrici. Ma in quali metri sieno composti nessuno l’ha trovato, benché molti l’abbiano cercato. E non si potrà mai trovare se non a caso, non essendoci regola che c’insegni qual fosse quella che agli ebrei pareva armonia rispetto alle parole. E ciò per qual altra ragione, se non perché non esiste armonia assoluta? Se esistesse, la regola sarebbe trovata, massime esistendo tutte intere e ordinate quelle parole, che si pretendono aver formato un’armonia.