Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1324

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[p. 88 modifica] dal primo verso sino all’ultimo potrete far sempre la stessa osservazione.

E ciò è tanto vero, che se quella cosa pellegrina, per esempio quella voce, frase, metafora, diventa usuale e comune, non è piú elegante. Quanti esempi di fatto si potrebbero addurre in questo particolare, mediante l’attenta considerazione delle lingue. Per noi italiani è grandissima fonte di eleganza l’uso di voci o modi latini, presi nuovamente da quella lingua, in modo che sieno pellegrini; ma non però eccessivi né come pellegrini, cioè per la forma troppo strana ec. ec., né come troppo frequenti latinismi. Ora, infinite parole latine e modi, de’ quali gli antichi scrittori arricchirono la nostra lingua, introducendo il pellegrino ne’ loro scritti, essendo divenuti usuali e propri della lingua o scritta [p. 89 modifica]o parlata, non producono piú verun senso di eleganza, benché sieno della stessa origine, forma, natura di quelle voci ec. che lo producono oggi. Quanti latinismi di Dante, da che divennero italianismi (e lo divennero da gran tempo e in grandissimo numero) sono buoni e puri, ma non hanno che far piú niente coll’eleganza e grazia!