Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1325

Da Wikisource.
Pagina 1325

../1324 ../1326 IncludiIntestazione 27 agosto 2013 100% Saggi

1324 1326

[p. 89 modifica]

Se quella cosa straordinaria o irregolare nel bello e dentro i limiti del bello diventa ordinaria e regolare, non produce piú il senso della grazia. Perduto il senso dello straordinario si perde quello del grazioso. Una stessa cosa è graziosa in un tempo o in un luogo, non graziosa in un altro. E ciò può essere per due cagioni: 1o, Se quella tal cosa per alcuni riesce straordinaria, per altri no. Il parlar toscano riesce piú grazioso a noi che a’ toscani. Cosí le fiorentinerie giudiziosamente introdotte nelle scritture ec. Cosí l’eleganza e la grazia de’ trecentisti la sentiamo noi molto piú che quel tempo che li produceva; molto piú di quegli stessi scrittori, i quali forse non vollero né cercarono d’esser graziosi, ma pensarono solo a scrivere come veniva e a dir quello che dovevano, né s’accorsero della loro grazia; e lo stesso dico de’ parlatori di quel tempo. Lo stesso delle pronunzie o dialetti forestieri ec., i quali riescono graziosi fuor della patria, non già in patria. 2o, Se quel tale straordinario o irregolare ec. ad altri riesce compatibile col conveniente, col bello ec., ad altri incompatibile, eccessivo e distruttivo della regola, del conveniente, del bello ec. Una stessa pronunzia ec.