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Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1573

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[p. 240 modifica] sia del tutto esclusa dai motivi determinanti l’animo umano. Lo dirà ancora, lo sosterrà, in qualche accesso di misantropia arriverà a crederlo, [p. 241 modifica]ma come si crede momentaneamente a una viva e conosciuta illusione, e non se ne persuaderà mai nel fondo dell’intelletto (Lascio i giovani, i quali, essendo ordinariamente virtuosi, non si convincono mai prima dell’esperienza, che la virtú sia nemmeno rara). Cosí viceversa ec. ec. ec. Esempio, mio padre (27 agosto 1821).

*    Dice Cicerone (il luogo lo cita, se ben mi ricordo, il Mai, prefazione alla versione d’Isocrate, de Permutatione) che gli uomini di gusto nell’eloquenza non si appagano mai pienamente né delle loro opere né delle altrui, e che la mente loro semper divinum aliquid atque infinitum desiderat, a cui le forze dell’eloquenza non arrivano. Questo detto è notabilissimo riguardo all’arte, alla critica, al gusto.

Ma ora lo considero in quanto ha relazione a quel perpetuo desiderio e scontentezza che lasciano, siccome tutti i piaceri,