Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1638

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[p. 280 modifica] male assoluto di azioni, che queste non son buone o cattive fuorché secondo le convenienze, le quali sono stabilite, cioè determinate dal solo Dio, ossia, come diciamo, dalla natura; che variando le circostanze, e quindi le convenienze, varia ancor la morale, né v’é legge alcuna scolpita primordialmente ne’ nostri cuori; che [p. 281 modifica]molto meno v’è una morale eterna e preesistente alla natura delle cose, ma ch’ella dipende e consiste del tutto nella volontà e nell’arbitrio di Dio padrone sí di stabilire quelle determinate convenienze che voleva, sí di ordinare o proibire espressamente agli esseri pensanti quello che gli piaccia, secondo gli ordini e le convenienze da lui solo create; che Dio non ha quindi né può avere alcuna morale, il che non potrebb’essere, se non ammettendo le idee di Platone indipendenti da Dio, e i modelli eterni e necessari delle cose; che la morale per tanto è creata da lui, come tutto il resto, e ch’egli era padrone di mutarla a tenore delle diverse circostanze del genere umano, siccome è padrone di darne una tutta diversa, e anche contraria, o anche non darne alcuna, a un diverso genere di esseri, sí dentro gli ordini noti delle cose (come agli abitanti d’altri