Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/2140

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[p. 72 modifica] greca. Giacché non possiamo supporre un ἅπω greco, donde sia derivato il greco ἅπτω e il latino apo, perché, oltre che di questo ἅπω non si ha vestigio alcuno, non ne sarebbe derivato ἅπτω, non avendo i greci né participio in us né formazione di verbi da questi participii, come l’hanno i latini, che perciò da aptus participio di apo fecero apto. Se dunque il latino apo è anteriore al latino apto (e anteriore di molto, giacché il suo vecchio participio apitus dové prima, come abbiamo veduto, convertirsi in aptus e poi generare il verbo aptare); e se il greco ἅπτω è manifestamente tutt’uno con apto, per senso e per materiali elementi sembra necessario che apo sia parimente anteriore al greco ἅπτω, e che questo, come apto, derivi da apo, il quale, essendo latino, viene esso verbo greco ad avere un’origine latina. Aggiungete che ἅπτω ha lo spirito denso, di cui nel latino apto non è verun vestigio, [p. 73 modifica]contro ciò che suole accadere nelle voci venute dalla Grecia al Lazio, onde si può credere che quello spirito non sia qui che una giunta fattaci da’ greci, una grazia di pronunzia data da essi a questa voce forestiera, secondo l’indole de’ loro organi e costumi ec.

Questa osservazione mi pare