<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2334&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20150904145741</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2334&oldid=-20150904145741
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 2334 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 175modifica] anche i fenici e i loro coloni cartaginesi ec. E l’impero francese (nato, vissuto e morto in vent’anni, il che serve di prova di fatto a ciò che dico sulla fine della pagina precedente) merita anch’esso un posto fra questo genere d’imperi. Perocché, sebbene la nazion francese è la piú civile del mondo, pure ella non conseguí questo impero se non in forza di una rivoluzione, che, mettendo sul campo ogni sorta di passioni e ravvivando ogni sorta d’illusioni, ravvicinò la Francia alla natura, spinse indietro l’incivilimento (del che si lagnano infatti i bravi filosofi monarchici), ritornò [p. 176modifica]la Francia allo stato di nazione e di patria (che aveva perduto sotto i re), rese, benché momentaneamente, piú severi i loro dissolutissimi costumi, aprí la strada al merito, sviluppò il desiderio, l’onore, la forza della virtú e dei sentimenti naturali, accese gli odii e ogni sorta di passioni vive, e insomma se non ricondusse la mezzana civiltà degli antichi, certo fece poco meno (quanto comportavano i tempi); e non ad altro si debbono attribuire quelle azioni dette barbare, di cui fu sí feconda