Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/2473
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* Alle ragioni da me recate in altri luoghi, per le quali il giovane per natura sensibile e magnanimo e virtuoso, coll’esperienza della vita diviene, e piú presto degli altri e piú costantemente e irrevocabilmente e piú freddamente e duramente e insomma piú eroicamente vizioso, aggiungi anche questa, che un giovane della detta natura e del detto abito deve, entrando nel mondo, sperimentare e piú presto e piú fortemente degli altri la scelleraggine degli uomini e il danno della virtú, e rendersi ben tosto piú certo di qualunque altro della necessità di esser malvagio e della inevitabile e somma infelicità ch’é destinata in questa vita e in questa società agli uomini di virtú vera. Perocché gli altri, non essendo virtuosi o non essendolo al par di lui, non isperimentano tanto né cosí presto la scelleraggine degli uomini, né l’odio e persecuzione loro per tutto ciò ch’é buono, né le sventure di quella virtú che non possiedono. E sperimentando ancora le soverchierie e le persecuzioni degli altri, non si trovano cosí nudi e disarmati per combatterle e respingerle, come si trova il virtuoso.