Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/2537

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[p. 295 modifica] piú stimati in quel secolo (al [p. 296 modifica]contrario del nostro) e dati per modello. Il che dimostra ad evidenza che il gusto del cinquecento nella lingua era quello ch’io dico, che s’apprezzava come elegante una lingua diversa dalla loro, e che sempre si disprezza la lingua attualmente corrente nella nazione. per bellissima ed ottima ch’ella sia.

3o, Per lo stile, per la imitazione de’ classici latini o greci indipendentemente dalla lingua. Questo studio era comune ai buoni prosatori, come anche poeti, del cinquecento. Ed avendosi allora gran gusto e inclinazione per il classico, si stimavano e ricercavano le prose scritte nello stile e ad imitazione e colle forme degli antichi classici, benché la lingua non piacesse gran fatto. E questa è una delle ragioni per cui si faceva conto anche delle lettere piú familiari e d’ogni bagattella e schediasma, anche degli scrittori non celebri, con tutto che fossero scritte nella lingua del