Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/2729

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[p. 400 modifica] né in quelli non sento grand’eleganza (quel ch’io ci trovo è purità di lingua e un sufficiente e moderato atticismo: l’uno e l’altro, effetto del secolo e della dimora anzi che dello scrittore, e insomma natura e non arte. Niuna eleganza però né di stile né di parole. Anzi sovente grandissima negligenza sí nella scelta sí nell’ordine e congiuntura de’ vocaboli; poca proprietà, e non di rado niuna sintassi). Ben la sento e moltissima in Celso, vero e forse unico modello fra gli antichi e i moderni del bello stile scientifico-esatto. Col quale si potrà forse mettere Ippocrate. I latini ebbero pochi scrittori scientifici-esatti. E di questi, fuori di Celso, qual è che si possa chiamare elegante? Non certamente Plinio, il quale se si vorrà chiamar puro, si chiamerà cosí, perché anch’egli per noi fa testo di latinità. Lascio Mela, Solino, Varrone, Vegezio, Columella ec. Il nostro Galileo lo chiami elegante chi non conosce la nostra lingua, e non ha senso dell’eleganza (Vedi Giordani [p. 401 modifica]Vita del Cardinale Pallavicino). Il Buffon sarebbe unico fra’ moderni per il modo elegante di trattare le scienze esatte: ma oltre che la storia naturale si presta all’eleganza piú d’ogni altra di queste scienze; tutto ciò che è elegante in lui, è estrinseco alla scienza propriamente detta