Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/2750

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[p. 411 modifica] confermato un alfabeto piú o meno composto di segni rappresentanti de’ suoni piú o manco molteplici, quelle presso cui la scrittura era già comune; quelle massimamente che avevano già una letteratura, dovettero conservare il loro alfabeto, o tal qual era, o semplificato di poco, perché l’uso vince ogni ragione (basti osservare che la China presso cui l’uso della scrittura s’era forse o introdotto o diffuso prima che fra le altre nazioni, non poté neppure o non volle ricevere l’uso dell’alfabeto assolutamente). Cosí l’alfabeto fenicio, e gli alfabeti europei derivati da quello, si perfezionarono, mentre molti alfabeti orientali ec. rimasero nell’imperfezione, e questa si radicò e si mantenne in essi perpetuamente fino al dí d’oggi.

Vedesi dalle sopraddette cose, ch’io distinguo due epoche nelle quali l’uso de’ caratteri rappresentanti de’ suoni composti dovette introdurli ne’ varii [p. 412 modifica]alfabeti. L’una prima del perfezionamento dell’alfabeto, l’altra dopo la sua intera perfezione.