<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2764&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20151206123057</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2764&oldid=-20151206123057
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 2764 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 418modifica] virtú eroica appresso Omero, ed appartenenti al carattere di quegli eroi, non avevano che fare col suo poema. Ma esso gli appropriò ad Enea, pensandosi d’aver espresso fino allora e di esprimere nel suo poema un eroe come quelli di Omero e un carattere eroico come l’eroismo espresso da Omero; nel che s’ingannava; e pensandosi che l’eroismo per li suoi tempi fosse quella cosa medesima ch’era stato per li tempi d’Omero, nel che pur s’ingannava. Siccome anche s’ingannava pensandosi d’aver fatto un eroe che fosse potuto essere a quei tempi ne’ quali egli lo supponeva; o ch’essendo, fosse potuto essere stimato eroe da’ suoi contemporanei. Perché infatti Virgilio, [p. 419modifica]nel formare il carattere di Enea non salvò la verisimiglianza, rispetto ai tempi in cui fu questo eroe, e peccò di anacronismo in questo carattere molto peggio che nell’episodio di Didone;