Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/2772

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[p. 422 modifica] o talmente ch’essi temi ed esse voci non si trovano se non presso gli antichissimi autori, o presso i poeti soli, i quali in ciascuna lingua che ha favella poetica distinta, conservano sempre gran parte d’antichità per le ragioni che ho detto altrove. Doveché la lingua latina usa essi temi ed esse voci universalmente sí nella prosa come nel verso, ed usale ne’ secoli in ch’ella era già formata e piena, ed usale eziandio non come rare, né come quasi licenze o arcaismi, ma tutto dí e regolarmente e come temi e voci proprie e debite di quei verbi a’ quali appartengono. Per esempio il verbo do, si è il tema di δίδωμι (e nota che questo verbo in [p. 423 modifica]greco non è neppure anomalo né difettivo, ma l’uso l’ha cangiato interamente dal suo primo stato, a differenza del verbo latino do). Il qual tema conservasi nel latino in tutti i composti d’esso verbo, come credo, edo, trado, addo, subdo, prodo, vendo, perdo, indo, condo, reddo, dedo, ec (ne’ quali per istraordinaria anomalia è mutata la coniugazione di do dalla prima nella terza: non cosí in circumdo as, venundo as, pessundo as ec.). Ma in nessun composto del verbo δίδωμι comparisce nel greco il suo vero tema. ῎Εδω, voce e tema di verbo anomalo o difettivo, non si troverà,