Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/2853

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[p. 35 modifica] quello che facevano ne’ lettori ebrei gli originali1. Ch’é appunto il fine che dovrebbero avere le traduzioni, e che i tedeschi pretendono di pienamente e squisitamente conseguire col loro metodo. Aggiungasi dopo [p. 36 modifica]tutto ciò che la traduzione de’ Settanta, barbara per troppa conformità estrinseca coll’originale, non le è di gran lunga cosí scrupolosamente e onninamente conforme, come le vantate traduzioni tedesche agli originali loro.

Una lingua perfetta che sia pienamente libera ec. colle altre qualità dette di sopra contiene in se stessa, per dir cosí, tutte le lingue virtualmente, ma non mica può mai contenerne neppur una sostanzialmente. Ella ha quello che equivale a ciò che le altre hanno, ma non già quello stesso precisamente che le altre hanno. Ella può dunque colle sue forme rappresentare e imitare l’andamento dell’altre, restando però sempre la stessa, e sempre una, e conservando il suo carattere ben distinto da tutte; non già assumere l’altrui forme per contraffare l’altrui andamento; dividendosi e moltiplicandosi in mille lingue, e mutando a

Note

  1. Seppure la lingua ebraica ha genio o altra indole che quella di non averne veruna. E certo la lingua ebraica, per essere informe, può forse esser bene rappresentata e imitata con una traduzione in qualsivoglia lingua, che per esser troppo esatta sia anch’essa informe. Il che non accadrebbe in verun altro caso. Vedi la p. 2909, 2910, fine - 2913. Vedi anche una giunta a questa pagina nella p. 2913.