<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2867&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20161007113126</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2867&oldid=-20161007113126
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 2867 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 44modifica] Platone, i quali furono di piú condiscepoli, e trattarono in parte le stesse materie, e la stessa socratica filosofia. Dico che il significato delle parole o frasi in ciascuno autore è diverso: ora piú ora meno, secondo i termini della comparazione e secondo la qualità d’esse parole; [p. 45modifica]parole; e per lo piú la differenza è tale che i poco accorti ed esercitati non la veggono, ma ella pur v’è, benché picciolissima. Un autore adoprerà sempre una parola nel significato proprio, e non mai ne’ metaforici. Un altro in un significato simile al proprio, o forse proprio ancor esso, e non mai negli altri sensi. Un altro l’adoprerà in un senso traslato, ma con tanta costanza, che, occorrendo di esprimere quella tal cosa, non adoprerà mai altra voce che quella e, adoprando questa voce, non la piglierà mai in altro senso, onde si può dire che presso lui questo significato è il proprio di quella voce (come accade che i sensi metaforici de’ vocaboli pigliano spesse volte assolutamente il luogo del proprio, che si dimentica), e questo caso è molto frequente. Un altro adoprerà quella voce colla stessa costanza, o con poco manco, in