Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3016

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Resta dunque per allontanar dall’uso volgare le voci e frasi comuni l’infletterle e condizionarle in maniere inusitate al presente, ma dagli antichi nazionali, parlatori, prosatori, o poeti usitate, e dalla nazione ancor conosciute e conservate di mano in mano negli scritti di quelli che, cercando l’eleganza, procurarono di scostarsi mediocremente dal volgo. Per le quali cose tali inflessioni non producono né oscurità né ricercatezza, benché riescano pellegrine e rimote dall’uso, e perciò producano eleganza. Questo mezzo è usitatissimo da’ poeti quando la nazione è cólta, formata la letteratura, e quando la lingua scritta ha un’antichità. Con esso principalmente si forma, si [p. 136 modifica]compone, si stabilisce a grado a grado un linguaggio poetico che tuttavia piú si va differenziando dal prosaico e dal familiare, finché giunge a quel punto di differenza, oltre il quale non è bene ch’egli trapassi. Ma questo mezzo necessario all’eleganza, necessarissimo a potere avere o formare un linguaggio distintamente poetico e proprio della poesia, manca