Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3354

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[p. 336 modifica] infiniti esempi di tali mutazioni, massime spettanti alla desinenza (anzi pur d’altre molto piú sostanziali e non appartenenti alla desinenza e alla forma propria della congiugazione, siccom’é questa), e massime poi in voci cosí antiche (οἶνος mascol. vinum neutro ec. ec.); osservisi che il [p. 337 modifica]futuro di μήδομαι è μηδήσομαι come fosse da μηδέομαι. Del resto la difficoltà varrebbe quasi egualmente anche per μέδω impero, che ordinarissimamente si dice μέδω e μέδομαι, non μεδέω, del quale lo Scapula non reca che un solo esempio di Omero usante il participio μεδέων (frequentissimo è per lo contrario μέδων), e ciò forse piuttosto per proprietà di dialetto o per modificazione poetica, che per altro.1 Né si trova, ch’io sappia, il futuro μεδήσομαι né l’aorista ἐμέδησα o ἐμεδησάμην, come di μήδομαι si ha μηδήσομαι.

Intrinsecamente, cioè quanto al significato, una bellissima prova che medeor sia lo stesso che μήδομαι, si è la facilità, prossimità e naturalezza dell’etimologia. Il medicare è veramente curare, aver cura, consulere, provvedere (tutti significati di μήδομαι) al malato. E infatti

Note

  1. Si trova anche παμμεδέων e παμμεδέουσα.