Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3505

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[p. 428 modifica] quello a cui né l’immaginazione né l’intelletto non si possono neppure a grandissimo tratto avvicinare; quello che non è fatto né per questa immaginazione né per questo intelletto; quello ch’é di natura affatto diversa da ciò che l’immaginazione o l’intelletto può concepire o congetturare; quello che non sarebbe ciò ch’egli è, s’a noi fosse possibile pure il congetturarlo; quello che spetta a tutt’altra natura che la nostra presente? Come può per alcun modo o in alcuna parte entrar nella mente nostra una tutt’altra natura?

Certo l’uomo desidererà sempre di esser liberato dai dolori e dai mali ch’egli effettivamente prova, e di conseguire quelli ch’ei crederà beni in questa vita, e di esser felice in questo mondo in ch’egli vive. E non potendo mai lasciare di desiderarlo niente piú ch’ei possa ottenerlo, e la religion cristiana non soddisfacendo a questo suo unico e perpetuo desiderio, né promettendogli di soddisfarlo mai per niun modo, anzi non dandogliene speranza alcuna, segue che le speranze cristiane non sieno atte a consolare effettivamente