Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3566

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[p. 32 modifica] sentivasi dunque sempre, anche nella prosa ebraica, la traslazione, perché la voce, insieme co’ sensi traslati, riteneva il proprio. Tale pertanto essendo la lingua destinata alla prosa, necessariamente anche lo stile del prosatore doveva esser poetico, siccome per la contraria ragione i primitivi poeti latini italiani ec., non trovando nella lingua voci poetiche, furono necessitati a tenersi in uno stile che avesse del familiare, come altrove ho detto.

La prosa ebraica era dunque poetica per difetto e mancamento, e perché la lingua scarseggiava di voci. Non cosí la prosa francese, la quale è per lo piú poetica, mentre la lingua abbonda di voci, come ho detto altrove. Ma essa prosa è poetica, perché la lingua francese scarseggia e, si può dir, manca di voci poetiche, [p. 33 modifica]cioè di voci antiche ed eleganti propriamente, cioè peregrine ec. E vedi il pensiero antecedente con quello a cui esso si riferisce. Le voci ebraiche sono tutte poetiche, non appostatamente, né perché usate da’ poeti, né perché fatte ad esser poetiche e destinate all’uso della poesia, né perché peregrine o per antichità, o per