Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3582

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[p. 43 modifica] e questi civili e letterati, e ciò per lunghissimo tempo, non si conservasse la lingua indigena, quanto è al popolo, assai meglio che nelle altre nazioni partecipi della stessa lingua, le quali non ebbero mai stranieri né civili né letterati, e quei barbari che ebbero, o gli ebbero per molto minore spazio di tempo, o ben tosto naturalizzati di costumi, di religione ec.

Al contrario della Spagna e della Grecia, i franchi nelle Gallie mescolarono ben tosto coi nazionali ogni cosa; genere, sangue, nozze, costumi, lingua, fede, mutando i vincitori barbari tutte le lor qualità e il lor carattere istesso in quello de’ vinti civili. Cosí proporzionatamente in Italia i Goti, i Longobardi ec. Or questa mescolanza appunto nocque alla conservazione delle qualità indigene in questi due paesi, e nominatamente a quella della lingua, della qual discorriamo. I franchi non poterono divenir Galli, né i Goti ec. Italiani, senza che i Galli divenissero in molte parti Franchi (come appunto poi sempre si chiamarono e chiamano), e gl’italiani goti.