<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3645&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20150925130048</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3645&oldid=-20150925130048
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 3645 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 83modifica] parti della natura, sí allo stesso genere umano. Niuno de’ quali avrebbe avuto luogo se l’uomo non l’avesse adoperato e contratto il costume di adoperarlo. Il fuoco è una di quelle materie, di quegli agenti terribili, come l’elettricità, che la natura sembra avere studiosamente seppellito e appartato, e rimosso dalla vista e da’ sensi e dalla vita degli animali, e dalla superficie del globo, dove essa vita e la vegetazione e la vita totale della natura ha principalmente luogo, [p. 84modifica]per non manifestarlo o lasciarlo manifestare che nelle convulsioni degli elementi e ne’ fenomeni accidentali e particolari, com’è quello de’ vulcani, che sono fuor dell’ordine generale e della regola ordinaria della natura. Tanto è lungi ch’ella abbia avuto intenzione di farne una materia d’uso ordinario e regolare nella vita degli animali o di qualsivoglia specie di animali, e nella superficie del globo, e di sottometterlo all’arbitrio dell’uomo, come le frutta o l’erbe ec., e di destinarlo come necessario alla felicità e quindi alla natural perfezione della principale specie di esseri terrestri. —