<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3798&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20150925122628</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3798&oldid=-20150925122628
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 3798 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 185modifica] Le superstizioni, le vittime umane, anche di nazionali e compagni, immolate, non per odio, ma per timore, come altrove s’è detto, e poi per usanza; i nemici ancora immolati crudelissimamente agli Dei senza passione alcuna, ma per solo costume; il tormentare, il mutilare ec. se stessi per vanità, per superstizione, per uso; l’abbruciarsi vive le mogli spontaneamente dopo le morti de’ mariti; [p. 186modifica]il seppellire uomini e donne vive insieme co’ lor signori morti, come s’usava in moltissime parti dell’America meridionale ec. ec., son cose notissime. Non v’è uso o azione o proprietà o credenza ec. tanto contraria alla natura che non abbia avuto o non abbia ancor luogo negli uomini riuniti in società. E sí i viaggi sí le storie tutte delle nazioni antiche dimostrano che quanto la società fu o è piú vicina a’ suoi principii, tanto la vita degl’individui e de’ popoli fu o è piú lontana e piú contraria alla natura. Onde con ragione si considerano tutte le società primitive e principianti, come barbare, e cosí generalmente si chiamano, e tanto piú barbare quanto piú vicine a’ principii loro. Né mai si trovò, né si trova, né troverassi società, come si dice, di selvaggi, cioè primitiva, che non si chiami, e non sia veramente, o non fosse, affatto barbara e snaturata (o vogliansi considerar quelle che mai non furon civili, o quelle che poscia il divennero, quelle che il sono al presente ec. ec.). Dalle quali osservazioni si deduce per cosa certa e incontrastabile che l’uomo non ha potuto arrivare a quello stato di società che or si considera come a lui conveniente e naturale, e come perfetto o manco