Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3853
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sii che ancor si trova eziandio, massime ne’ composti (come desino is ii ed ivi). Da sii per evitar l’iato sĭyi, cioè sĭvi, come da audii audivi, da amai amavi, da docei docevi. Questo mi è piú probabile che il creder sii posteriore a sivi, come gli altri fanno, e come fanno eziandio circa i preteriti perfetti della quarta coniugazione. Il supino nasce, come altrove dico, dal perfetto. Quindi da sii o sĭvi, sĭtum (come da audii o audīvi, audītum ec., da ama-vi ama-tum ec.) in luogo del regolare sinĭtum. Questo mi è piú probabile che il creder sĭtum contrazione di sinitum, fatto o per soppressione assoluta della sillaba ni, contrazione, che sappia io, non latina, o per soppressione della n, onde siitum, come da sini sii, poi contratto in sĭtum, nel qual caso l’i di situm parrebbe avesse ad esser lungo (10 novembre 1823).
* Alla p. 3702. La considerazione da me altrove fatta che i supini vengono dai perfetti, facilmente spiega il perché l’ētum, propria e regolare desinenza della seconda, sia stato per lo piú cambiato in ĭtum, soppresso poi sovente, e forse il piú delle volte, l’i. La cagione si è che l’evi de’ perfetti di essa coniugazione fu cangiato in ui, e il come si è benissimo dichiarato di sopra. Con ciò si dichiara facilissimamente e bene, il come l’ētum de’ supini (che in molti di essi ancor trovasi) sia passato in ĭtum ec., mutazione che senza ciò difficilmente si spiegherebbe, non solendo l’ĕ passare in ĭ ec. Docĭtum per docētum (meritum di mereo e simili che ancor si trovano e sono anche per lo piú gli unici supini superstiti de’ rispettivi verbi, o i piú usitati ec.), onde doctum è da docui per docēvi, come domĭtum per domātum è da domui per domavi, né