Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3865

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[p. 245 modifica] o dalla sua medesima antichità, anche pochissimo remota, ma eziandio di quel peregrino e quindi di quella eleganza che nasce dall’uso non delle voci e frasi sue moderne e comuni, cioè di metafore non trite, di figure, sia di sentenza, sia massimamente di dizione, di ardiri di ogni sorta, anche di quelli che non pur nelle lingue antiche, ma in altre moderne, come per esempio nell’italiana, sarebbero rispettivamente de’ piú leggeri, de’ piú comuni, e talvolta neppure ardiri. Questa incapacità si attribuisce alla lingua; ella in verità è della lingua, ma è ancora della nazione, e non per altro è in quella, se non perch’ella è in questa. Al contrario la nazion tedesca, che da una parte per la sua divisione e costituzion politica, dall’altra pel carattere naturale de’ suoi individui, pe’ lor costumi, usi ec., per lo [p. 246 modifica]stato presente della lor civiltà, che siccome assai recente, non è in generale cosí avanzata come in altri luoghi, e finalmente per la rigidità del clima che le rende naturalmente propria la vita casalinga e l’abitudine di questa, è forse di tutte le moderne nazioni civili la meno atta e abituata alla società personale ed effettiva; sopportando perciò facilmente ed anche approvando e celebrando, non pur la difformità, ma la singolarità delle azioni, costumi, caratteri, modi ec. delle persone (la qual singolarità appo loro non ha pochi né leggeri esempi di fatto, anche in città e corpi interi, come in quello de’ fratelli moravi, e in altri molti istituti ec. ec. tedeschi, che per verità non hanno