Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3866

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[p. 246 modifica] punto del moderno, e parrebbero impossibili a’ tempi nostri, ed impropri affatto di essi), sopporta ancora ed ammette e loda ec. una grandissima singolarità d’ogni genere nel parlare e nello scrivere, ed ha la lingua non pur nel verso, ma nella prosa, piú ardita per sua natura di tutte le moderne cólte, e pari in questo eziandio alla piú ardita delle antiche. La qual lingua tedesca, per conseguenza, è poetichissima e capace e ricca d’ogni varietà ec. (11 novembre 1823).


*    Il pellegrino e l’elegante che nasce dall’introdurre nelle nostre lingue voci, modi e significati tolti dal latino e quasi della stessa natura ed effetto con quello che nasce dall’uso delle nostre proprie voci, modi e significati antichi o passati dall’uso quotidiano, volgare parlato ec. Perocché siccome queste, cosí quelle (e talor piú delle seconde, che siccome erano, cosí conservano talvolta del barbaro della loro origine o dell’incólto di que’ tempi che le usarono ec.) hanno sempre (quando sieno convenientemente scelte, ed atte alle lingue ove si vogliono introdurre) del proprio e del nazionale, quando anche non sieno mai per l’addietro state parlate né scritte in quella tal lingua. E ciò è ben naturale [p. 247 modifica]naturale, perocch’esse son proprie di una lingua da cui le nostre sono nate ed uscite, e del cui sangue e delle cui ossa queste sono formate. Onde queste tali voci ec. spettano in certo modo all’antichità delle nostre lingue, e riescono in queste quasi come lor proprie voci antiche. Sicché non è senza ragione verissima, se biasimando l’uso o introduzione di voci ec. tolte dall’altre lingue, sieno antiche sieno moderne (eccetto le voci ec. già naturalizzate) lodiamo quella delle voci ec. latine. Perocché quelle, a differenza di queste, sono come di sangue, cosí di aspetto e di effetto straniero e diverso