Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3957

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[p. 328 modifica] degni di filosofo, altrettanti, dico, per la seconda affermazione che per la prima. Ed anche il mondo intero e universo e tutta la università delle cose o esistenti o possibili o immaginabili, a paragone di cui chiamiamo piccole e menome le cose umane, terrene, sensibili, a noi note, e simili, può nello stesso modo esser considerata come piccola e menoma cosa, e d’altro lato come grande e grandissima. Niente manco che mentre delle cose umane si chiamano piccole verbigrazia quelle degli oscuri privati a paragone di quelle de’ vastissimi e potentissimi regni, e nondimeno queste, ancora grandissime[p. 329 modifica]grandissimea paragon di quelle, si chiamano da’ filosofi piccolissime e nulle sotto altro rispetto, è ben ragionevole che, sotto diversi rispetti, quelle eziandio de’ privati ed oscurissimi individui sieno chiamate, anche da’ filosofi, grandi e grandissime, di grandezza niente men vera o niente piú falsa che quella delle cose de’ massimi imperi (8 decembre 1823).


*    In tutta l’America, abitata certo e frequentata da tempi remotissimi, poiché non s’ha notizia né memoria alcuna del quando incominciasse, non si è trovato alcuna sorta di alfabeto né orma alcuna di alfabeto, né cosa che alla natura di esso si avvicinasse. Non ostante la molta e maravigliosa coltura, arti, manifatture, fabbriche ammirabili, politica squisita e legislazione, ed altre grandi e numerose parti di civiltà che si trovarono nel paese soggetto al regno degl’Incas,1 cominciato da tre secoli prima della scoperta e conquista d’esso paese (cioè nel secolo XIII); piú ancora nel Messico, la cui civilizzazione credo che sia ancora piú antica. Dico

Note

  1. Vedi il Saggio di Algarotti sugl’Incas.