Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/4352

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[p. 294 modifica] (vedi la p. 4319 e le ivi richiamate). È vero però il detto del Courier rispetto alle letterature a noi piú note, cioè la latina e le piú colte delle moderne.


*    Alla p. 4350, fine. Vedi la p. 4326, capoverso 2. — Quanto ad altre nazioni, come quelle accennate nella fine della pagina qui dietro, di esse non è esatto il dire che la poesia ha preceduto la prosa, ma che non hanno altra letteratura che poetica (22 agosto 1828).


*    Alla medesima, margine. Primam aetatem (Carminum Homericorum) ponimus ab origine ipsorum, [p. 295 modifica]h.e. tempore cultioris poësis Ionum, (circiter ante Chr. 950) ad Pisistratum, etc. Wolf, § 7, p. xxii (22 agosto 1828).


*    Alla p. 4348. Né credo io ancora che Milziade a Maratona, né che i trecento alle Termopili, aspirassero alla immortalità del nome, come poi, divulgato l’uso delle storie e de’ libri, vi aspirarono Filippo ed Alessandro.


*    Alla p. 4347. Quegli antichi potrebbero dire con gran ragione, che i loro versi, semplicemente cantati, erano pubblicati, e che i nostri libri, stampati, sono sempre inediti. Vedi la p. 4317, e la p. 4388, capoverso ultimo.


*    Alla p. 4340. Atqui tales fere ordines hominum (per totam vitam huic uni arti vacantium, ut vel pangerent Carmina, quae mox canendo divulgarent, vel divulgata ab aliis discerent) in aliis quoque populis reperimus (oltre i greci), apud Hebraeos scholas, quas dicunt, Prophetarum, tum cognatiores nobis Bardos, Scaldros (sic), Druidas. De his quidem postremis Caesar et Mela referunt (Ille Bell. Gall., VI, 14, hic III, 2. - not)., propriam eorum fuisse disciplinam, in qua nonnulli ad vicenos annos permanserint, ut magnum numerum versuum ediscerent, litteris non mandatorum. (Simile quiddam et alias saepe et nuperrime de natione Ossiani narratum est a G. Thorntono in Transactions of the American philos.