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Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/4391

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[p. 329 modifica] incluse quelle d’Omero, la storia tutta del mondo, dalle origini delle cose, cioè dalla teogonia ec., fino ad Ulisse; ciclo raccolto, secondo un critico tedesco, forse vivente (Bulletin de Férussac ec.) che ha fatto sopra di esso ciclo una dissertazione particolare, poco dopo il tempo de’ Pisistratidi. Le poesie comprese in questo ciclo, e i loro argomenti, non erano certamente epici nel senso che noi diamo a questa parola: nondimeno il ciclo si chiamava epico, cioè storico o narrativo. La poesia epica fu distinta dalla lirica, benché anche τὰ ἔπη si cantassero sulla lira, ec. (23 settembre 1828).


*    Ridete franco e forte, sopra qualunque cosa, anche innocentissima, con una o due persone, in un caffè, in una conversazione, in via: tutti quelli che vi sentiranno [p. 330 modifica]o vedranno rider cosí, vi rivolgeranno gli occhi, vi guarderanno con rispetto, se parlavano taceranno, resteranno come mortificati, non ardiranno mai rider di voi, se prima vi guardavano baldanzosi o superbi, perderanno tutta la loro baldanza e superbia verso di voi. In fine il semplice rider alto vi dà una decisa superiorità sopra tutti gli astanti o circostanti, senza eccezione. Terribile ed awful è la potenza del riso: chi ha il coraggio di ridere, è padrone degli altri, come chi ha il coraggio di morire (23 settembre 1828).


*    Alla p. qui dietro. Tutto ciò in quanto a possibilità o verisimiglianza. Ma in quanto a tradizione, par ch’ella provi che i libri in prosa o non precedettero, o solo di poco tempo, quegli in versi; poiché essa tradizione mette le prime prose greche nel principio del