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Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/4436

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[p. 369 modifica] Essi hanno ancora nella sintassi, e nella maniera, molta di quella irregolarità e di quella mancanza d’arte che si può aspettare dal loro tempo, ma non tanta: Senofonte ed altri del buon tempo ne hanno forse non meno: e in genere io trovo la costruzione e la dicitura loro molto piú formata ed artifiziale di quel che mi paia verisimile in quell’età. Non vi è abbastanza visibile l’infanzia della prosa, sí manifesta nei nostri, non dico Ricordano o suoi coetanei, ma i Villani ec. (Cosí negli spagnuoli del XIII secolo, ne’ francesi ec). L’infanzia della prosa si vede bensí

    Leopardi. — Pensieri, VII.       24 [p. 370 modifica]manifestissima in alcuni dei frammenti che restano di Democrito, contemporaneo all’incirca di Erodoto (morí di piú di 100 anni nell’Ol. 94. Erodoto fiorí Ol. 84, 140 anni circa avanti G. C.  Ippocrate morí circa l’Ol. 100: ne’ suoi scritti è citato Democrito). Veggansi specialmente nella collezione (manchevole però ed imperfetta) datane dietro Enrico Stefano dall’Orelli (loc. cit. p. 4431, principio), p. 91-131, i Frammenti morali, 43, 50, 70, 73, 121, Fisici 1. Una stessa cosa si ripete in uno stesso periodo, non vi è quasi sintassi, parole necessarie, ed intere frasi o periodi, si omettono e sottintendono, l’un membro del periodo non ha corrispondenza coll’altro, il discorso procede per via di quelle forme che i greci chiamano anacoluti (o anacolutie), cioè inconseguenti, che è quanto dire senza forme. Tali frammenti, cioè luoghi échappés (come di molti è naturale che accadesse) alla diascheuasi, possono servir di saggio della vera prosa di quell’età; sono similissimi al fare, per esempio, del nostro Giovanni Villani; e paragonati col dir di Erodoto, possono servir di prova della mia opinione. Dico échappés ec., perché certo, se Erodoto, anche Democrito subí la diascheuasi, e διεσκευασμένος corse fra gli antichi; negli altri suoi frammenti per la piú parte, non si trova niente di simile; e Democrito passò fra gli antichi per egregio anche nello stile (Cicerone in Oratore, c. XX (67). Itaque video visum esse nonnullis, Platonis et Democriti locutionem, etsi absit a versu, tamen, quod incitatius feratur,