Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/4494

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[p. 428 modifica] ciò non sarebbero né pieni né paghi di se. Ora è naturale che chi è creduto ammiratore, sia amabile agli occhi di chi si crede ammirato. Perciò questi tali (che parrebbe dovessero essere sommi egoisti) bene spesso sono benevoli, compagnevoli, servizievoli molto, buoni amici. Talvolta anche modesti, per la piena e tranquilla certezza (la certa e riposata credenza) che hanno del loro merito (o di loro vantaggi qualunque, [p. 429 modifica]come nobiltà, ricchezza, potenza e simili). (Rosini) (26 aprile).


*    Coraggio propriamente detto non si dà in natura, è una qualità immaginaria e di speculazione. Chi nel pericolo non teme, non pensa al pericolo, o abituato a non riflettere, o avvezzo a quei tali casi, o distratto da faccende o da altri pensieri in quel punto. Chi pensa al pericolo, teme; eccetto se la morte, o quel qualunque danno imminente, nell’opinion sua non è male. In tal caso, quel pericolo non è pericolo a’ suoi occhi. Ma creder male una cosa, conoscersi in pericolo d’incorrervi, aver presente al pensiero il pericolo, e non temere; questo è il vero coraggio; e questo è impossibile alla natura. I cosí detti coraggiosi, rimangono maravigliati quando ne’ pericoli veggono altri che temono; e dimandano perchè. Essi non si erano accorti del rischio, o vi avevano fatto piccolissima attenzione. Vedi un tratto di Carlo XII re di Svezia, assediato in Stralsund, ap. Voltaire, liv. 8, ed. Londra, 1735, t. II, p. 160-1 (26 aprile 1829).