Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/534

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[p. 47 modifica] di averlo provato; e va ruminando e compiacendosi di quello che ha sentito e provando cosí un altro piacere, il di cui oggetto è bensí passato, ma non il piacere (perché come può esser passato quello che non è mai stato e che è sempre futuro?); e l’atto di questo nuovo piacere è composto di una successione d’istanti della stessa natura che l’altro atto, e quindi parimente futuro; o finalmente resta con una certa letizia e si rallegra, perché, quantunque non possa il suo piacere riferirsi piú agl’istanti successivi di quell’atto ch’è già finito, si riferisce ad altri atti; l’idea del cosí detto piacere provato gli dà un’idea di quelli ch’egli [p. 48 modifica]crede di poter provare; concepisce una migliore idea del futuro, una speranza, un disegno, una risoluzione o di procurarsi altri piaceri, o qualunque ella sia. Cosí prova un piacere, ma sempre ed ugualmente futuro. Cosí, per esempio, se tu sei stato lodato o ti sei trovato in una occasione di brillare, di gloria, ec. L’atto di quel piacere è stato quale l’ho descritto; ma finito l’atto, lo vai ruminando a parte a parte, e torna un altro atto di piacere composto alla stessa guisa e fondato o sul semplice gusto della