Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/568

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[p. 66 modifica] democrazie vengono a ricadere nella monarchia. Né solamente la πλεονεξία del potere, ma ogni sorta di πλεονεξία, è incompatibile e mortifera alla libertà. Nella libertà non bisogna che l’uno abbia sopra l’altro nessun avvantaggio se non di merito o di stima, in somma di cose che non possano essere né invidiate per parte degli altri, né abusate e portate oltre i limiti da chi le possiede. Altrimenti nascono le invidie negli uni, il desiderio di maggior superiorità negli altri. Questi cercano d’innalzarsi, quelli di non restare al di sotto o di conseguire gli stessi vantaggi. Quindi fazioni, [p. 67 modifica]discordie, partiti, clientele, risse, guerre, e alla fine vittoria e preponderanza di un solo e monarchia. Perciò gli antichi legislatori, come Licurgo, o i savi repubblicani, come Fabrizio, Catone ec., proibivano le ricchezze, gastigavano chi possedeva troppo piú degli altri (come fece Fabrizio nella censura), proscrivevano il sapere, le scienze, le arti, la cultura dello spirito, in somma ogni sorta di πλεονεξία. Perciò tutte le repubbliche e democrazie vere sono state povere e ignoranti