Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/628
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e far pendere la bilancia dalla parte della vita: brevemente, dico che la somma della vita negli stati antichi era maggiore che nei presenti; e questo non già per cause accidentali, o in maniera che potesse non essere, ma per cause essenziali e inerenti alla natura di quegli stati; anzi tali, che, tolti quegli stati o simili a quelli, la somma della vita non può essere se non molto minore; la vitalità fuori di quelli o simili stati non può esser tanta. Gli esercizi e l’attività continua del corpo primieramente, e poi (che non poco, anzi sommamente contribuisce al ben essere fisico, e alla durata della vita) gli esercizi ed attività dell’anima, la varietà, il movimento, la forza delle azioni ed occupazioni, la rarità della noia, dell’inerzia ec., conseguenze necessarie degli stati antichi, erano cause cosí grandi e certe di vitalità, come sono grandissime e certissime cause di mortalità (e mortalità ben piú vasta, insita, e necessaria che non quella che deriva dalle turbolenze) i contrari delle predette cose, e nominatamente la mollezza, il lusso, i vizi corporali e spirituali ec. ec., conseguenze tutte necessarie degli stati presenti; insomma la corruzione fisica e morale, la continua noia, o malessere