Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/706

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[p. 142 modifica] di circostanze accidentali ed estrinseche, non come Omero per forza del suo proprio ingegno formava l’epopea (eccettuo però Dante, Petrarca e il Boccaccio; e nel secondo massimamente ritrovo una forma ammirabilmente stabile, completa, ordinata, adulta, uguale e quasi perfetta di lingua, degnissima di servire di modello a tutti i secoli quasi in ogni parte). Quindi non è maraviglia se quel trecentista andava per una strada, quest’altro per un’altra; se non ci è maggiore difficoltà che mettergli d’accordo tra loro, e coll’ordine della lingua, anche in cose essenziali, e ordinare la forma e i precetti della lingua sopra i trecentisti; se formicano d’imperfezioni e di scorrezioni; se non sono uguali neppure, né in verun modo, a se stessi ec. ec. ec. Formata che fu la lingua, allora divenne possibile, necessaria e difficilissima la perfezion sua; la qual perfezione da nessun secolo è stata portata né in cosí alto grado né in tanta universalità come nel cinquecento.