Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/728

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[p. 153 modifica] facoltà che non abbiamo, o abbiamo perduta, cioè l’andamento delle cose ce l’ha renduta infruttuosa e sterile e inabile a creare? di voler essere Omeri, in tanta diversità di tempi? Facciamo dunque quello che si faceva ai tempi [p. 154 modifica]di Omero, viviamo in quello stesso modo, ignoriamo quello che allora s’ignorava, proviamoci a quelle fatiche, a quegli esercizii corporali che si usavano in quei tempi. E se tutto questo ci è impossibile, impariamo che insieme colla vita e col corpo è cambiato anche l’animo e che la mutazione di questo è un effetto necessario, perpetuo e immancabile della mutazione di quelli. Diranno che gl’italiani sono per clima e natura piú immaginosi delle altre nazioni e che perciò la facoltà creatrice della immaginativa, ancorché quasi spenta negli altri, vive in loro. Vorrei che cosí fosse, come sento in me dalla fanciullezza e dalla prima giovanezza in poi, e vedo negli