Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/822

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[p. 205 modifica] Che sieno conformi all’uso e all’abitudine, non val piú di quello che vaglia la stessa circostanza a scusare un secolo depravato nella lingua. Che si stimino buoni assolutamente e piú buoni de’ naturali e primitivi, primieramente non val piú di quello che vaglia nella lingua, come ho detto; poi, siccome nella lingua questa opinione è erronea e deriva dall’inganno, parte dell’abitudine, parte della immaginaria perfezione assoluta, là dove è sostanzialmente imperfezione e vizio tutto ciò che si oppone all’indole e natura particolare e primitiva di una specie, quando anche questo medesimo sia virtú e perfezione in altra specie (20 marzo 1821).


*    Non solamente ciascuna specie di bruti stima o esplicitamente e distintamente, o certo implicitamente e confusamente, di esser la prima e piú perfetta nella natura, e nell’ordine delle cose, e che tutto sia fatto per lei, ma anche nello stesso modo ciascun individuo. E cosí accade tra gli uomini, che implicitamente