Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/945

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[p. 286 modifica] che il loro sistema di scrittura è quasi indipendente dalla parola (Annali ec., p. 316, p. 297). Cosí che si potrebbe trovare qualcuno che intendesse pienamente il senso della scrittura chinese senza sapere una sillaba della lingua e leggendo i libri chinesi nella lingua propria o in qual piú gli piacesse, cioè applicando ai caratteri chinesi quei vocaboli che volesse, senza detrimento nessuno della perfetta intelligenza della scrittura e neanche del suo gusto, giacché le opere chinesi non hanno né possono avere né versificazione né ritmo né stile e conviene prescindere affatto dalle parole nel giudicarle; le loro poesie non sono composte di versi, né le prose oratorie di periodi (pag. 297); il genio della lingua non ammette il soccorso delle comuni particelle di connessione e presenta meramente una fila d’immagini sconnesse, i cui rapporti debbono essere indovinati dal lettore secondo le intrinseche loro qualità. (p. 298) E cosí viceversa, bene spesso taluni, dopo avere soggiornato venti anni alla China [p. 287 modifica]non sono tampoco in grado di leggere il libro piú facile, benché sappiano essi parlar bene il chinese e farsi comprendere (pag. 316) (14 aprile 1821).


*    Si condanna, e con gran ragione, l’amor de’ sistemi, siccome dannosissimo al vero, e questo danno tanto piú si conosce e piú intimamente se ne resta convinti, quanto piú si conoscono e si esaminano le opere dei pensatori. Frattanto però io dico che qualunque uomo ha forza di pensare da se, qualunque s’interna colle sue proprie facoltà e, dirò cosí, co’ suoi propri passi nella considerazione delle cose, insomma qualunque vero pensatore non può assolutamente a meno di non formarsi o di non seguire o generalmente di non avere un sistema.