Poemi italici/Tolstoi/VII

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Tolstoi - VI Tolstoi - VIII
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VII.



Poi disse: «Ritrovai la beatrice».
E il vecchio parve domandar qual era
3quel monte, lungi, dov’è l’uom, felice.

Spirava un’aura placida e leggiera
che scivolava sopra i larghi pini,
6recando odor di mare e primavera.

E con sommessi sibili tra i crini
irti soffiava, e già garrian gli uccelli,
9nell’ombra nera, gl’inni mattutini.

Già si vedean fioriti gli arboscelli
appie’ dei pini, e l’acqua bruna bruna
12moveva là, di limpidi ruscelli.

E il vincitore della sua fortuna
disse: «Non mossi il piè di qui. Del pianto
15o della gioia, questa selva è una».

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Sorgeva il sole; e più che dolce, intanto,
tra il sibilare de’ chiomati rami,
18tra l’infinito rompere del canto

degli uccelletti e il rombo degli sciami
e il singulto dell’acque andanti e l’almo
21odor delle viole e de’ ciclami,

accompagnato dal respiro calmo
del mare eterno, su per la pineta
24veniva il suono d’un eterno salmo.

Venìa Matelda lieta oprando, lieta
cantando, con sue pause per un fiore,
27sempre movendo verso il suo poeta.

Ora la selva antica dell’errore
e dell’esilio e d’ogni trista cosa,
30splendea di gioia e sorridea d’amore.

Dall’oriente acceso in color rosa,
cinta d’ulivo sopra il bianco velo,
33perennemente a lui scendea la sposa,

per trarlo in alto, al Libano del cielo.