Poesie (Campanella, 1915)/Scelta di alcune poesie di Settimontano Squilla/41. A' svizzeri e grisoni

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41. A' svizzeri e grisoni

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A’ svizzeri e grisoni

Se voi piú innalza al cielo, o ròcche alpestre
libertá, don divin, che sito altèro,
perché occupa e mantien d’altri l’impero
ogni tiranno con le vostre destre?
Per un pezzo di pan di ampie finestre
spargete il sangue, senza far penserò
se a dritto o a torto uscite all’atto fero;
onde il vostro valor poi si calpestre.
Ogni cosa è de’ liberi; alli schiavi
nobile veste e cibo, come a voi
la croce bianca e ’l prato, si contende.
Deh! gite a liberarvi con gli eroi;
gite omai, ritogliendo a’ signor pravi
il vostro, che si caro vi si vende.

Loda i svizzeri e grisoni di fortezza corporale e fede, e gli biasima che, sendo essi liberi, mantengono l’altre nazioni in servitú, con farsi mercenari de’ tiranni, non che de’ buoni principi, e senza pensare pigliano impresa giusta o ingiusta. Poi mostra a loro che per questo sono tenuti per plebei e servi; poiché non possono aver la croce di Malta, che si dá solo a’ nobili, né luogo di vivere in campagna, stando ristretti nell’alpe altissime, tra Italia e Francia. Poi l’invita alla vera libertá ed a ritogliere a’ tiranni quel ch’è loro. Vedi l’Ariosto, che dice una simile cosa a’ svizzeri, e gli invita contra il Turco tiranno, biasimandogli che in Italia eran mercenari de’ lupi.