Poesie (Francesco d'Altobianco Alberti)/CVI

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CVI. Sonetto mandato per Francesco Alberti a Piero di Cosimo de' Medici insieme col traslato evangelio in versi ternari del grolioso Giovanni: «In principio erat Verbum»

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CVI. Sonetto mandato per Francesco Alberti a Piero di Cosimo de' Medici insieme col traslato evangelio in versi ternari del grolioso Giovanni: «In principio erat Verbum»
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Per me’ solcar dov’è più cupo il fondo
e spelagar di ria procella in porto,
sicuro al mio nocchiere fido e accorto
ricorro, e’ dubbi miei non li nascondo

Perché chi più si fida al cieco mondo
più si può dir quaggiù fra i vivi morto,
dove chi mal ci arriva ha sempre il torto;
chi ben, quel fuggitivo e vagabondo.

Onde il poema sacro, alto e sottile,
non confidando di mio basso ingegno,
dedicalo al tuo sommo, atto e gentile,

perché l’aiuto tuo famoso e degno
rinnuovi l’ale al mio cangiato istile,
sicché d’ogni altro poi trapassi il segno.