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Poesie (Parini)/III. Cantate/III. Cantata per una festa da ballo del principe Chigi

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III. Cantata per una festa da ballo del principe Chigi

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III. Cantata per una festa da ballo del principe Chigi
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III

CANTATA PER UNA FESTA DA BALLO

DEL PRINCIPE CHIGI

(1773)

Qual prodigio fia mai? quale inusato
splendor di maestá? Chi tutte inonda
di eterea luce e pura
queste soglie felici e queste mura?
5Ah no, di Filemón l’umil capanna
no piú questa non è. Vider gli dèi
la pietá d’un mortale; e non sdegnáro
d’esser ospiti suoi. Tutta giá sento
la deitá presente: e l’umil tetto,
10del celeste favore illustre esempio,
s’alza superbo e si trasforma in tempio.
Ma de Lattiche fole,
chiari sposi reali, aprasi ’l velo.
Qui si parla di voi. Cosi s’esprime
15d’un mortai che per voi oggi è beato
il piacer, lo stupore,
il rispetto, il dover, l’animo grato.
Se in voi de’ sommi dèi
l’immagine risplende, in essa ancora
20di Dauci e Filemone il cor vi adora.
Che non s’ammira in voi? Canuto senno
in grazie giovanili; amor del giusto
temprato di bontá; reai contegno
che il sorriso accompagna; e tutti alfine,
25quasi celeste dono,
i meriti privati e quei del trono.

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La gran donna reale
dalla cura del mondo alza talora
in voi l’occhio sereno:
30e la materna gioia
gode sentirsi palpitar nel seno.
E fra Tarmi di Marte
onde frena l’Europa, il gran germano
a voi sorride e batte mano a mano.
35Ah se brillar dovete
di tanti pregi e tanti,
vivete, o sposi amanti,
a la piú tarda etá.
No, non s’affretti ’l volo
40di vite al ciel si care:
abbian le Parche avare
lunga di noi pietá.
Ma tu di rose annoda,
Amor, gli sposi intanto;
45e si ripari al pianto
de’ piú lontani di.
Serba la stirpe al mondo
di si famosi eroi;
e la virtú fra noi
50eternerai cosí.