Poesie (Parini)/III. Il Giorno, secondo l'ultima redazione/Appendice II. Appunti per Il Vespro e per la Notte
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APPENDICE II
Appunti per IL VESPRO e per LA NOTTE
I.
Cavagnola, fichetti, cartelle, tuttissimo.
Matrone, sibille, polla, caduta.
Scompiglio, ordini per terra, mormorazione, amori.
Il marito una volta assisteva la moglie. Di poi il servente la dama, ora non piú.
Forastieri. Le milanesi gli rispondono con lingua e pronuncia milanese. Le dotte in francese facendo pompa ecc.
Al teatro gli altri vanno per sollevarsi dalle fatiche. Tu solo vi vai per coronar con l’estrema le fatiche del giorno.
Gli attori applaudi non quando il meritano, ma quando te ne vien capriccio. Il vulgo adoperi la ragione e quel senso che perciò è detto comune; ma le voglie repentine sieno sole la tua norma.
Celibi.
Marito colla sua bella.
Bandò o nastro da notte ricamato a caratteri amorosi dalla bella.
Collare o anello tessuto de’ capelli della bella.
Nella platea discendi talora, accomunati co’ musici buffoni mutoli ecc.
Degna talora gli uomini di talento; ma come bone ecc.
II.
Carte rapidamente mescolate. Cosí lesta scorrea Penelope colla spola ecc.
Picciole dame usano etichetta fra loro, ma son dimenticate dalle grandi.
Tabacchiera con figure oscene. Le dame o ne ridono o non arrossiscono.
Seder pesante. Cosí piuma leggera che accrebbe leggerezza e nobiltá ai capi delle dame, piomba come sasso nel vuoto.
Araldici nuovi.
Maraviglia de’ posteri, pensando che tu abbi fatto ogni giorno tante cose per tanti anni.
Morte dell’eroe, funerali, apoteosi.
Inferno, mostri vari, ombre pallide, tutti uguali. Giudici sedendo distribuiscon le pene. Tolgono agli uni il frutto de’ lor peccati, danno ad altri un premio che tornerá in loro danno ecc.
Donne di teatro. Amor guarda le dame e sorride ecc.
Cavalier savio, dama savia.
Caratteri di donne da visitare in teatro.
In palco non ceder la mano, tornando ripigliarla.
Nel partir dal palco cerchi dello staffiere per la mantiglia, la metta alla dama, ne acconci le code nel cappuccio.
Porti il sacco, lo levi, lo adatti, segga in faccia alla dama, pulisca il cannocchiale, esibisca diavolotti ecc., porti ambasciate ecc.
Il vulgo attenda al grande ed utile commercio, ma il cavaliere tagli.
Giovinetti usciti di collegio parlano d’architettura, d’elettricitá ecc.
Novellista, lettor di romanzi, filosofo ciarliero, pratico d’etichette, frequentator di funzioni, anecdotista, decidente di musica, metodico, libertino, suppletor di serventi, direttor di forastieri.
Imbecille che dá dei pranzi fa de’piccoli servigi, è alla moda.
Felice finché ciò fará, altrimenti sará dimenticato.
Imbecille che ripete ciò che dicono i rispettati.
Tu sarai in collegio, uscirai, ti daranno un birbino ecc.
Ercole uccise Lino battendogli della cetra sul capo.
Cavalieri che mantengon donne.
Cavalieri sbrici che fanno la corte alle donne mantenute dagli altri.
Cavalieri che dánno ciarle e protezione alle donne di teatro non potendo dare altro.
Dame guardano ai ballerini, cavalieri alle ballerine.
La dama che dispone i giochi ebbe cura d’unir l’amante all’amata, d’allontanare il marito seccante e privo di dama, relegandolo nell’angolo piú remoto della stanza.
Si accorse d’altri nascenti amori d’altri, e li collocò insieme co’ piú semplici e meno abili a notare ogni cosa.
Uní insieme i piú illustri.
Destinò colle dame decadute le nuove araldiche, e co’ cavalieri decaduti il marito di lei, il quale ancora fa sonar la pronuncia de’ monti onde scese.
Talora mise allo stesso tavolino le rivali per il piacere di vederne le smorfie.
Lá collocò due dame sessagenarie, con due cavalieri sessagenari per sentire il coro delle loro tossi.
Suocera che parla d’economia, la nuora ne sorride guardando in viso a’ giovani.
Le avide brame con argentee piume volano intorno, insieme a’ piccioli sdegni ed all’oblio che fará svanire dalla tavoletta i segni della matita.
II teatro è un alveare, i palchi le celle, i giovani le api che fanno il mèle.
Alla partoriente parlar de’ nuovi araldici.
Cattiva aria del ridotto.
Una volta i fanciulli si divertivano, e i padri attendevano agli studi. Ora il contrario.
Uscirá di collegio e apprenderá i giochi ecc.
III.
Al corso.
Descrizione di cocchieri, cacciatori ecc.
Cadetti ecc.
Anecdotista galante.
Bugiardo.
Osceni e plebei nel discorso.
IV.
Nel Vespro.
Frattanto ch’io scrivo la moda si cangia. Divien lecito passar giornalmente di bella in bella. Qui si raccolgon varie dame. Pensa a cercar se qualcuna tra loro ti aggrada. Questa ecc.
V.
Nella conversazione.
Amori che nascono.
Amori che finiscono.
Gelosie, dispetti ecc.
VI.
Maschere, Chauve souris, Armadi ecc.
Svegliarsi all’improvviso e applaudire a chi stona. Parlar forte dalla platea al palco.
Marito, servente, amante occulto, aspirante accidentale.
Godere in un punto colla vista gli spettacoli, coll’udito la musica, coll’olfatto gli odori, col gusto gli sporgiinenti, col tatto del ginocchio la dama.
Nel vespro della partoriente.
Dame e cavalieri protettori de’ birbanti.
VII.
Primogeniti, cadetti, principi di musica, architettura ecc.
VIII.
Macte puer virtute nova: sic itur ad astra.
Dis genite, et geniture Deos.
Virg. [En., IX, 641].
Vos o patritius sanguis, cui vivere par est
occipiti coeco, posticae occurrite sannae.
Pers. [Satire, I, 61].
IX.
Vespro.
Necessitá della nobiltá.
Collegi, uscita da essi, birbino, carrozzino ecc.
X.
Viene e fugge il tuttissimo, deitá benefica.
Fortunata la dama che lo coglierá.
Domattina chiamerá la mercantessa di mode, a cui fará baci e carezze, mentre nella campagna d’inverno fa un freddo inchino alla moglie del medico o del pretore.
Dialetto della cavagnola.
Collegio.
I figli in collegio lasciano giovani i padri ecc.
Nuovi araldici mettono i figli in collegio e se ne lagnano gli illustri ecc.
Teatro.
Ma che non muta l’etá? Si rivolgono i regni mentre che io canto, e si cambiano le mode galanti.
Collegio.
Parlata sulla materia e l’uso della nobiltá e della fortuna.
Argomenti sofistici in contrario.
Notte.
Infinita licenza contro al nemico. Paragone co’principi.
Le dame subalterne fanno la corte alle superiori.
XI.
Confidenze da padre a figlio.
XII.
Cacciatori.
Cabriolè.
Donne ed uomini a cavallo.
Lista de’ visitanti.
XIII.
Accademia.
Cavaliere che straccia dopo l’accademia il libro di conclusioni matematiche, inorridito di quelle cifre ecc.
Dama o cavaliere invita ecc.
Radunati e dato il segno del trasferirsi ecc. non si movono, dicendo che hanno tempo di seccarsi ecc.
Alla recita parlano, gridano ecc.
Il recitante si dispetta del non essere ascoltato ecc.
Stanno piú attenti alla musica ecc.
Cercan di fuggire ecc.
Termina non rimanendovi piú di cinque o sei persone.
Quando recita il figlio dell’invitante i padri o gli amici tacciono, salvo ciarlare quando recita il figlio altrui.